Associazione Distributori e Noleggiatori di Beni Strumentali

Il noleggio post Covid19 L'analisi di Federico Della Puppa dopo i rilevamenti statistici

Il noleggio post Covid19

L'analisi di Federico Della Puppa dopo i rilevamenti statistici

Alla luce delle indagini che hai svolto come vedi il mercato del noleggio nei prossimi mesi?

Siamo in una fase certamente molto particolare. Ricordo lo scorso anno quando, al congresso Assodimi, ho presentato i dati di mercato e le proiezioni per quest’anno. Continuavo a ripetere che sicuramente avremmo dovuto rivedere al rialzo i dati, che già erano buoni e promettenti.

L’inizio del 2020 infatti è stato particolarmente positivo e stavamo già raccogliendo tutti gli indicatori, ma l’arrivo del Covid-19 e soprattutto la scelta di bloccare del tutto l’attività di alcune categorie Ateco, tra le quali il noleggio, ha di fatto costretto non solo le aziende a rivedere il proprio modo di operare, ma in alcuni casi ha proprio sospeso le attività. Certamente il fatto che poi il noleggio sia stato riconosciuto, anche se con molto ritardo, come attività essenziale, è stato un buon punto a favore, che se associato alla ripartenza dell’attività edilizia, dei cantieri e di tutte le altre attività legate ai diversi segmenti di offerta del noleggio, non può che far guardare in modo positivo al futuro.

Ovviamente i mesi di stop pesano e peseranno a fine anno sui bilanci delle aziende, ma se si guarda al comparto in confronto ad altri comparti, certamente gli effetti negativi per il settore ci saranno ma saranno anche minori rispetto ad altri. Il punto chiave è che il noleggio non è un comparto a sé stante, ma un sistema di servizi strategico per l’esercizio di molte attività produttive, compresi settori legati ai servizi e alla ricettività, ad esempio. E se questi settori vanno in crisi, il noleggio rischia di accodarsi a queste crisi.

Se guardiamo ai principali mercati di riferimento del noleggio, costruzioni e industria, i prossimi mesi saranno segnati da un lento ritorno alle prospettive positive che c’erano già prima del lockdown, ma siamo di fronte ad uno scoglio che dobbiamo ancora bypassare, e quindi ci vuole attenzione e accortezza. Ottobre è alle porte e su un piatto della bilancia abbiamo alcuni effetti di medio-lungo periodo della crisi che potrebbero ripercuotersi in modo imprevisto.
Sull’altro piatto della bilancia ci sono invece le prospettive di avvio del 110% e dunque della possibilità che il mercato colga tempestivamente l’opportunità di realizzare lavori (consolidamenti strutturali antisismici, rigenerazione degli edifici dal punto di vista energetico, ecc.) che metteranno in campo notevoli risorse e avranno bisogno di essere realizzati in tempi contenuti e in tutta sicurezza. Non dimentichiamo che il 110% consente di detrarre tutte le spese, comprese quelle tecniche e anche quelle per i noleggi. Dunque non è solo l’occasione per i ponteggi o per le attrezzature, ma anche per chi deciderà di sfruttare al massimo le opportunità, ad esempio demolendo e ricostruendo. In Veneto ad esempio c’è una nuova legge regionale che stimola questo tipo di interventi e i benefici sul mercato sono già evidenti. Dunque ce n’è per tutti, volendo. Ma non si deve stare ad aspettare.

Quali strade dovrebbero essere percorse?

Bisogna attrezzarsi per essere in grado di capire quali tipologie di supporto e di servizi saranno necessari a chi svilupperà il proprio business sul 110%. Perché adesso che abbiamo tutti gli strumenti operativi, grazie ai provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate e del MISE, si tratta solo di mettersi con adeguata attenzione a leggere le “istruzioni per l’uso”.

Ovviamente il 110% non è l’unico gioco al quale si potrà giocare, ma nelle intenzioni del Governo c’era l’idea di mettere in moto un sistema straordinario che desse una vera scossa alle costruzioni e all’economia. Questo significa che le strade da percorrere sono da un lato quelle nuove che il 110% disegnerà nei prossimi mesi, e da un altro lato quelle che si proporranno nei programmi pubblici ma anche privati legati alla rigenerazione delle città e delle infrastrutture, a partire anche dai sistemi di servizio e da molti luoghi e spazi pubblici che proprio durante il lockdown hanno mostrato la loro importanza ma anche la loro inadeguatezza.

I fondi destinati all’Italia per gli interventi strutturali post-Covid sono ingenti e molti di questi si tradurranno in azioni e interventi che avranno bisogno del noleggio. E non dimentichiamo che nel 2021 saremo all’inizio del nuovo periodo di programmazione europea 2021-2027, dove l’Europa darà altri finanziamenti per interventi strutturali e infrastrutturali innovativi.

Le strade sono molte, ma credo anche che siano ben conosciute e, se non lo fossero, la aziende hanno tutti gli strumenti per analizzarle. Il problema a mio avviso è sempre quello della “macchina”. Con quale struttura, con quale tipo di servizi, con quale personale, con quale formazione e informazione i noleggiatori affronteranno il futuro. I dati delle analisi che come Smart Land abbiamo elaborato per Assodimi evidenziano che ci sono “tagli” aziendali che funzionano e altri che invece soffrono.

La crisi repentina, veloce, esogena ha messo in evidenza la debolezza delle piccole strutture, delle microaziende. La strada principale da percorrere, a mio avviso, non sta tanto nei dogmi della specializzazione o del generalismo.
Sta invece nella organizzazione e nella gestione, associate ad una dimensione di impresa che consenta di ottimizzare leva finanziaria e leva operativa e commerciale. A mio avviso è quella la sfida, e per fortuna molte aziende l’hanno già intrapresa con successo. Le altre seguiranno, ne sono certo, anche perché non vedo, francamente, altre alternative.

 

Federico Della Puppa di SmartLand si occupa di effettuare gli studi statistici relativi al noleggio per conto di Assodimi.

 

Per approfondire: Che dati avrà il Noleggio a fine 2020?

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